interviste

la voce di un Ticino in continua crescita ed evoluzione

Amalia Mirante

Dottoressa in Economia, Docente di economia politica, etica economica e storia del pensiero economico alla SUPSI e all’USI, Divulgatrice economica (economiaconamalia)

Il tessuto produttivo ed economico del Canton Ticino è costituito da piccole e medie imprese. Ma permettetemi di andare oltre. Anche il tessuto sociale di questa regione dipende fortemente dal legame delle aziende e dei suoi imprenditori con il Paese. Di questo ci rendiamo conto soprattutto nei momenti di crisi come quelli appena vissuti. Ed è per questo che non bisogna mai trascurare di coltivare i legami tra le aziende e i cittadini. 

Avere un tessuto produttivo ed economico sano significa dare il contributo anche alla società: formare apprendisti, garantire salari dignitosi, offrire percorsi e possibilità di carriera, avere attenzione per il nostro bel territorio e perché no, contribuire anche allo sviluppo della regione. Tutti questi obiettivi devono restare prioritari per le nostre piccole e medie imprese, come già lo sono da molto tempo. 

Il legame deve essere ancora più forte se pensiamo alle sfide che le piccole e medie imprese dovranno affrontare nei prossimi mesi e anni. Il contesto di concorrenza oggi non è più “solo” quello locale, ma è sempre più globale. Anche per questo i nostri punti di forza, anche a livello cantonale, devono essere gli stessi che consentono alla Svizzera di rimanere un paese all’avanguardia: l’innovazione e il progresso tecnologico. Questo non significa abbandonare le produzioni storiche, anzi. Significa prevedere e sostenere le aziende che dovranno affrontare nel corso dei prossimi anni percorsi di digitalizzazione e automazione. È una via dalla quale bisogna transitare e farlo per tempo sarà un vantaggio. In questo lo Stato può essere un partner importante mettendo a disposizione non solo le risorse finanziare, ma anche le competenze e la possibilità di coordinare le aziende per svolgere al meglio questo processo.  Attenzione non parliamo di progetti ambiziosi legati alla realtà virtuale presentati negli ultimi giorni che dovrebbero consentirci di tele-trasportarci al lavoro, ci riferiamo a quei processi in cui i macchinari subentreranno alle attività umane e a quei processi in cui i vantaggi della digitalizzazione potranno esprimersi al meglio nell’organizzazione del processo produttivo. I collaboratori e le collaboratrici sono e rimarranno essenziali, ma dovranno assumere nuovi ruoli. In questo potrà essere fondamentale la formazione e l’aggiornamento professionale.

Un’altra sfida ben più immediata è quella che riguarda l’aumento dei prezzi delle materie energetiche e la mancanza di materie prime che stanno mettendo a dura prova i nostri comparti produttivi. Inutile negare che la transizione verso metodi produttivi più rispettosi dell’ambiente è costosa e, date le conoscenze tecnologiche attuali, forse non attuabile nei tempi che tutti noi desidereremmo. Anche questa è una sfida importantissima per il nostro tessuto produttivo, una sfida a cui le autorità insieme agli esperti dovranno presto dedicare la giusta attenzione. 

Perché si sa: gli obiettivi dell’economia, della politica e della società devono guardare tutti nella stessa direzione. 

Pubblicazione articolo: INFO pmi Gold Edition – dicembre 2021