interviste

la voce di un Ticino in continua crescita ed evoluzione

Andrea Gehri

Presidente della Camera di Commercio ticinese fa il punto della situazione sull’anno che sta per chiudersi e sulle prospettive future

Presidente, che anno è stato per il commercio ticinese?

“È stato un anno in cui è riaffiorata un po’ la speranza, che si è concretizzata dopo un anno difficile. Nel 2021 abbiamo avuto la possibilità di trovare delle contromisure al Covid direi anche abbastanza efficaci. Ovviamente, ci sono tuttora settori più in difficoltà di altri. Penso, per esempio, al settore degli eventi. I dati economici danno delle riduzioni piuttosto marcate. Altri settori hanno avuto una progressione importante e confortevole come il settore della ristorazione e del turismo. Direi che in questi casi abbiamo vissuto un periodo di crescita a livelli record. Il 2021 si sta chiudendo con delle rinnovate prospettive più positive rispetto a quello che fu il 2020”.

Siamo davanti a una nuova sfida: quella di ripartire con delle nuove consapevo­lezze. 

Ritiene il mercato ticinese pronto al cambiamento?

“Dovremo superare l’inverno che non si prospetta facile come d’altronde fu per l’inverno scorso. Ab­biamo i mezzi per poterlo superare, ma sarà difficile. Questa situazione ci ha insegna­to anche a lavorare diversamente, ha accelerato determinati processi a livello digi­tale. Sono insegnamenti che anche nell’economia ticinese dovranno trovare terreno fertile per dei cambiamenti strutturali e per una transizione che bisognerà proporre con decisione. Auspichiamo che le aziende dimostrino uno spirito di innovazione e di creatività per il futuro. A livello di sostenibilità, abbiamo l’esigenza di avere maggiore sensibili­tà, che deve essere applicata anche nell’ambito di commercio ed economia”.

Di cosa ha bisogno, secondo lei, l’economia ticinese allo stato attuale?

“Se dovessimo fare la lista sarebbe davvero lunga. Noi abbiamo bisogno stabilità, delle prospettive stabili a livello di condizioni quadro e abbiamo bisogno di interventi sul territorio che migliorino le infrastrutture. Oggi vediamo tutti come il Ticino stia sof­frendo a livello di mobilità e questo è un problema per tutta l’economia ticinese. Abbiamo, infine, bisogno di uscire in modo definitivo da questa situazione sani­taria. Speriamo che il 2022 sia l’anno di svolta e potrà dare nuove certezze alle aziende. Abbiamo bisogno che lo Stato faccia la sua parte incentivando la riduzione delle emissioni promuovendo la sostenibilità”.

Si danno la giusta fiducia e sostegno agli imprenditori locali?

“È un tema che si può guardare da diverse angolazioni. Io ritengo che chi opera nel settore economico chieda giustamente un riconoscimento, anche solo di credibilità, per quello che rie­scono a produrre e mantenere sul territorio. Dobbiamo ricordare che l’economia in Ticino conta oltre 220mila posti di lavoro che, su una popolazione di 350mila persone, è veramente un dato importante. Bisogna sostenere gli imprenditori, soprattutto gli imprenditori virtuosi che credono nel territorio e chiedono di ope­rare con meno burocrazia, con un quadro politico e fiscale stabili e con infrastrut­ture che funzionano”.

Cosa si augura per il 2022?

“Mi auguro che si possa finalmente parlare di temi concreti e non più di emer­genza sanitaria. È l’auspicio che faccio non solo per l’economia ma per tutta la popolazione ticinese”.

Pubblicazione articolo: INFO pmi Gold Edition – dicembre 2021