interviste

la voce di un Ticino in continua crescita ed evoluzione

Marco Chiesa

Presidente UDC Svizzera

Presidente, che anno è stato quello che si appresta a finire?
“Auspicavo che il 2022 segnasse una ripresa generalizzata della nostra economia, dopo gli anni pandemici, ma il conflitto tra Russia e Ucraina ha mandato in frantumi le mie speranze. L’anno che sta terminando ci ha drammaticamente ricordato quanto la nostra strategia energetica fosse tanto ideologica quanto poco pragmatica”.

Quali le sue priorità politiche in agenda?
“Vorrei una Svizzera capace di offrire quelle sicurezze che in passato è stata sempre in grado di garantire. La prima enorme sfida che ci aspetta è certamente quella energetica. Le nostre debolezze stanno affiorando, esattamente come avevamo previsto. Ora dobbiamo immediatamente riportare la barra a dritta e riprogettare un futuro con un mix di energie che vada dalle rinnovabili a quelle più stabili e affidabili. Sono molto preoccupato per il controprogetto sull’iniziativa dei ghiacciai votato dal parlamento. Impone una costosissima decarbonizzazione della nostra società e allo stesso tempo un’ulteriore massiccia elettrificazione proprio in un momento nel quale nessuno può assicurare l’approvvigionamento. Ancora una volta dovremo far ricorso al popolo con un referendum come nel caso della legge sul Co2”.

Crisi energetica. Come sta gestendo il CF la tematica?
“Fino a quando si ostinerà a seguire acriticamente delle utopie non si potranno mai trovare delle soluzioni sostenibili. Per questo motivo è necessaria una sincera dichiarazione da parte del Consiglio federale. Dobbiamo rimanere con i piedi per terra, la strategia energetica 2050 è fallita. Se penso alle recenti dichiarazioni di Christoph Maeder, presidente di Economiesuisse, non posso che concludere che l’economia lo abbia capito prima di molti politici di Berna”.

Secondo lei, quale la migliore ricetta per affrontarla?
“A corto termine si possono solo approntare dei cerotti. È ciò che sta facendo il Consigliere federale Parmelin, responsabile dell’approvvigionamento del Paese in caso di crisi. Poi però dobbiamo pensare a medio termine e qui vi è ancora molto da fare. Ad esempio levare il divieto di investire in tecnologie innovative che prevedono anche lo sfruttamento del nucleare. La necessità di energia di banda stabile nel tempo ed economica è una priorità per il Paese, per tutte le famiglie e per i nostri posti di lavoro”.

C’è un messaggio che vuole lanciare agli imprenditori ticinesi?
Certo, fate sentire la vostra voce. Gli imprenditori sono coloro che si svegliano presto la mattina e creano la ricchezza del nostro tessuto economico. Sono fiero che nel mio partito, a livello nazionale, vi siano di gran lunga il maggior numero di imprenditori attivi in politica. Economia non è una parola vuota, anzi, racchiude i destini personali e professionali della nostra popolazione. Dobbiamo evitare un ulteriore scivolamento a sinistra del Parlamento poiché le loro iniziative compromettono l’attrattività delle condizioni quadro del nostro Paese.

Pubblicazione articolo: INFOpmi Gold Edition – novembre 2022