L’AC Taverne sta vivendo un periodo felice. Ottenuta la promozione dalla Seconda Lega Interregionale alla Prima Lega, le “aquile giallonere” guidate da mister Damiano Meroni si stanno ben comportando nel nuovo campionato. Alla testa del club con una grande tradizione calcistica e valorizzazione dei giovani c’è da anni Carlo Burà. Lo abbiamo intervistato per capire le difficoltà e tutti gli aspetti nel gestire un club dilettantistico in modo professionale.

Presidente, quanto impegno e sacrifico c’è dietro alla conduzione di una squadra di Prima Lega?

“Tantissimo impegno e altrettanto sacrificio, così come tanta passione. Per fortuna ho il privilegio di poter contare su validi collaboratori, tutti a titolo di volontariato. Questo fa sì che tutto sia più semplice”.

È cambiato il modo di fare calcio in Ticino?

“Sì. Nelle categorie minori girano troppi soldi. Ahimè, non è più il calcio nostrano di una volta. Penso, ma spero di sbagliarmi, che nel calcio regionale spariranno parecchie squadre nei prossimi anni. La gestione di esse diventa insostenibile”.

Il ruolo di presidente e quello di un imprenditore possono essere simili per certi aspetti?

“No, non nel mio caso. Gestiamo la società con i mezzi che abbiamo. Non facciamo il passo più lungo della gamba e perciò non abbiamo la possibilità di mettere a libro paga DS, addetti stampa e chi più ne ha più ne metta. Per me, passatemi il termine, sono solo cafonate”.

Con quali obiettivi affrontate la stagione in corso?

“Cercare di mantenere la categoria è il principale obiettivo. Cerchiamo di farlo dando spazio ai giovani che vogliono emergere e giocare in una categoria interessante come la Prima Lega. La media età della nostra rosa è di 23,2 anni. Con questo ho detto tutto. Siamo la sedicesima società e che dà più fiducia ai giovani a livello nazionale”.

Pubblicazione articolo: INFOpmi Monte Ceneri e Val Colla – maggio 2023