interviste

la voce di un Ticino in continua crescita ed evoluzione

Fabio Regazzi

Consigliere nazionale del Centro e Presidente usam

Missione imprenditoria

Fabio, può dirsi soddisfatto del suo operato fin qui alla guida dell’usam?
“Direi proprio di sì. È un’esperienza appassionante e dalle opportunità eccezionali di incontro, scambio e realizzazione di progetti. È però anche una carica non priva di impegni e sfide, non da ultimo perché ho esordito in questa funzione proprio durante la pandemia. Ciononostante, in questi primi due anni di carica sono stati raggiunti alcuni obiettivi importanti, uno su tutti quello di cui vado forse maggiormente fiero, ossia riuscire a migliorare i rapporti tra le tre grandi associazioni economiche – usam, Unione Svizzera degli Imprenditori ed economiesuisse – che, con il lancio della cosiddetta “agenda di politica economica”, fanno ora fronte comune per affrontare le sfide del periodo post-pandemico. Nella stessa logica, anche la collaborazione con l’Unione Svizzera dei Contadini si è rafforzata. È importante che in un Paese piccolo come la Svizzera l’economia remi unita nella stessa direzione, per avere maggior peso politico nei vari dossier importanti”.

Si sta facendo il possibile secondo lei per favorire le piccole medie imprese in Svizzera?
“Come usam ci stiamo attivando molto per cercare di invertire la tendenza dell’iper-regolamentazione, la quale penalizza in particolare le PMI. Se nel contesto internazionale possiamo considerarci ancora fortunati, stiamo perdendo vantaggio rispetto al passato, e questo non può che danneggiare la nostra economia. L’impegno come usam in questo senso si traduce nel dossier legato al freno alla regolamentazione, uno strumento da noi promosso con il quale sancire che le leggi che generano costi per più di 10.000 imprese o che in termini di costi superano una determinata soglia debbano ottenere una maggioranza qualificata nelle votazioni in entrambe le Camere. Ci rallegriamo dunque che il Consiglio federale presenterà un messaggio a proposito di questo importante strumento”.

Degli sgravi fiscali sono ipotizzabili. Quali secondo lei?
“Gli sgravi fiscali sono necessari per mantenere la competitività della piazza economica, non solo per le PMI ma anche per i gruppi internazionali. Purtroppo, la vita delle riforme fiscali è sempre più dura: l’abbiamo visto con il rifiuto dell’abolizione della tassa di bollo sulle emissioni, particolarmente criticata da un fronte rossoverde che osteggia dichiaratamente qualsiasi intervento volto a favorire la competitività delle imprese, e lo stesso si è ripetuto con il recente affossamento – seppure risicato – della riforma all’imposta preventiva. Un’occasione mancata per il mercato svizzero dei capitali di terzi e in particolare delle obbligazioni, che sarebbe stato uno strumento importante per l’attrattività della piazza finanziaria svizzera. Ora si tratterà di affrontare le prossime sfide in ambito fiscale, cercando soprattutto di smentire le argomentazioni ideologiche della sinistra”.

Come si attirano nuove imprese e nuovi imprenditori in Ticino?
“Fornendo condizioni quadro favorevoli all’imprenditorialità. Non solo a livello politico ed istituzionale, bensì anche per quanto riguarda il sistema di formazione. Non da ultimo sono importanti le condizioni lavorative, sempre più richieste in particolare dai giovani, quali ad esempio la conciliabilità tra vita professionale e privata, il lavoro a tempo parziale, la possibilità del telelavoro”.

Come giudica l’impegno delle imprese a favore della sostenibilità?
“Le imprese si impegnano in questo senso già da molto tempo e anzi, hanno raggiunto e ampiamente superato gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 fissati dalla Strategia energetica 2050. Noi stessi come Gruppo Regazzi abbiamo recentemente deciso di agire in questo senso, posando oltre 1500 pannelli solari sul tetto della nostra sede di Gordola, grazie ai quali siamo ora in grado di coprire circa il 50% del fabbisogno dell’azienda. Il concetto di sostenibilità non è poi solo ambientale, ma anche di responsabilità sociale di impresa. Anche in questo senso si stanno facendo progressi e c’è molta più sensibilità.

Al contempo vale tuttavia comunque la pena ricordare che la sfida più grande per un’azienda rimane quella di garantire la propria continuità: la chiave del successo è dunque quella di instaurare un meccanismo in cui un’impresa non perda di vista la sua ragion d’essere, combinando la propria crescita ad elementi di sostenibilità e responsabilità sociale”.

Pubblicazione articolo: INFOpmi Gold Edition – novembre 2022