interviste

la voce di un Ticino in continua crescita ed evoluzione

La Berna ticinese

Intervista a Fabio Regazzi, Consigliere nazionale il Centro e Presidente della Deputazione ticinese alle Camere

Quali sono i temi sui quali deve funzionare maggiormente l’asse Berna-Ticino?

“È importante che nella Berna federale non vadano persi quei temi nazionali che hanno una valenza cantonale, ossia quei dossier in cui il Ticino non possiede una competenza diretta per condurre le trattative, ma dai cui esiti è direttamente toccato. Tipicamente si tratta di temi transfrontalieri, e nello specifico tra Svizzera e Italia, che vedono il Ticino direttamente coinvolto in quanto cantone di frontiera”.

La vostra voce e il vostro lavoro nella capitale di cosa devono tenere conto?

“Come Deputazione ticinese alle Camere federali, che quest’anno ho l’onore di rappresentare in qualità di Presidente, siamo tenuti ad avere un occhio di riguardo per gli interessi cantonali, sempre tenendo conto del contesto federale. È importante riuscire a trovare un buon equilibrio tra queste due realtà, valorizzando e sottolineando le nostre peculiarità regionali come l’appartenenza ad una minoranza linguistica e culturale, la realtà di frontiera, il tessuto sociale ed economico, il tutto senza perdere di vista l’ottica “nazionale”. A questo si aggiunge poi il fattore più personale, di rappresentante di un partito, di una categoria professionale o di determinati interessi di categoria, che nel mio caso si traducono in un impegno soprattutto a favore delle piccole e medie imprese. Un impegno che ritengo essere sostanzialmente anche a beneficio di tutta la popolazione: un’economia sana e che funziona, genera posti di lavoro e, di riflesso, benessere”.

Che elezioni ci aspettano in Ticino?

“L’auspicio è di avere una campagna interessante e vivace e soprattutto coronata da una buona partecipazione alle urne. Quello di votare non è solo un diritto, bensì anche un dovere di ogni cittadino, rivelatore di una democrazia sana e rappresentativa. Purtroppo, sempre più constato un certo frastagliamento all’interno del nostro parlamento, in cui a farla da padrone non è la ricerca di consenso, bensì i personalismi e le agende individuali. Il mio augurio per queste elezioni è che si possa tornare a fare politica attorno ai temi e non alle persone, un aspetto che vale anche per le tematiche a me vicine: la mia speranza è che molti più imprenditori ed imprenditrici si lancino in politica per portare quella sensibilità verso l’economia che, purtroppo, è sempre più venuta a mancare negli ultimi tempi. A questo scopo è dunque importante che anche le associazioni economiche collaborino maggiormente e perseguano una linea comune, in un’ottica di rafforzamento dell’economia e di una migliore comprensione dell’importante ruolo che gioca per l’intera società. Ritengo inoltre importante che queste elezioni vedano un rafforzamento della rappresentanza del cosiddetto fronte borghese per contrastare le derive stataliste improntate al “tassa e spendi” dell’area rosso-verde”.

Consiglio di Stato e Gran Consiglio, perché è importante votare? Volete lanciare un appello alla popolazione?

“Mino Martinazzoli, politico italiano già segretario della Democrazia Cristiana, in risposta alla perplessità tanto sull’andare quanto sul chi votare, disse una cosa molto saggia: “Bisogna interessarsi, anche perché se voi non vi occuperete della politica, la politica si occuperà di voi”. Al di là del colore politico, delle scelte e delle ideologie personali – tutte, peraltro, legittime – la partecipazione al voto è un diritto ed un dovere. Con l’espressione del voto abbiamo il privilegio di esprimere il nostro parere: disinteressarsi o addirittura boicottare la politica, al contrario, preclude la possibilità di esprimere dissenso”.

Qual è il vostro coinvolgimento e il rapporto nella vita politica cantonale prima ancora che federale?

“La mia carriera politica è iniziata oltre 30 anni fa in Consiglio comunale a Gordola, mio paese di origine, e mi ha portato per 16 anni in Gran Consiglio, per culminare infine al Consiglio nazionale. Posso dunque dire di aver vissuto una parte importante della mia attività politica proprio a livello cantonale. Sono stati anni formativi e centrali nello sviluppo di quello che è stato il mio percorso politico e che mi hanno permesso di acquisire conoscenze ed esperienze importanti che mi sono tornate utili anche a Berna. Ma al di là del legame con la cosa pubblica, il mio attaccamento verso il Cantone è profondo anche a livello personale: molte decisioni che riguardano la mia vita – a livello privato come professionale – sono determinate dal mio rapporto molto stretto e intenso con il nostro Cantone”.

Il tema predominante delle elezioni?

“Dal mio punto di vista, sono tre i grossi temi che saranno centrali in queste elezioni. Prima di tutto, la questione fondamentale delle finanze, la cui situazione attuale è preoccupante, acuita dai mancati contributi finanziari per quest’anno della Banca Nazionale Svizzera. La sanità e la socialità rappresentano inoltre un secondo tema e attorno al quale vi sono già diversi lavori in atto che auspico possano essere proseguiti anche nella prossima legislatura. E infine, la questione della mobilità, sulla quale attualmente pesano diversi cantieri aperti (letteralmente) che non accennano a muoversi, con le conseguenze che tutti noi vediamo”.

Finanze. Quali le manovre più urgenti che, secondo voi, dovrebbe attuare il Cantone?

“A mio avviso non vi sono molte alternative: occorre ridurre le spese e le uscite correnti, andate fuori controllo negli ultimi anni, senza andare ad aumentare le entrate tramite tasse e balzelli che vanno soprattutto a colpire il ceto medio, come per altro ha recentemente sancito il popolo ticinese approvando il “decreto Morisoli”. Una necessità che è diventata imperativa appunto dopo il mancato salvagente della BNS e che ci ha catapultati nella dura realtà, ricordandoci che questo contributo non è garantito. Occorre in altre parole tornare anche nella cosa pubblica ad applicare la politica del buon padre di famiglia, perché non possiamo permetterci di consegnare alle future generazioni un fardello di debiti”.

Pubblicazione articolo: INFOelezioni – marzo 2023