interviste

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Flavio “Lalo” Cavalli

Storica anima e patron dell’Antico Grotto Mai Morire di Avegno

Il nome di Flavio “Lalo” Cavalli suonerà familiare ai più. Il motivo è tanto semplice quanto banale: A “Lalo” è impossibile non volergli bene. Storica anima e patron dell’Antico Grotto Mai Morire di Avegno, Cavalli si gode ora la pensione “coccolato” dal bene che ha seminato. Lo abbiamo incontrato a “casa sua”. In quel “Mai Morire” che ha preso il nome da una leggenda e che ha certamente contribuito a rendere leggenda il nostro interlocutore.

Erano gli inizio degli anni Ottanta, quando “Lalo” prese in mano il Grotto. Un’avventura durata 36 anni (fino al 2015) che come tutte le più belle storie ha avuto un inizio particolare.

Sì, perché “tutto nacque un po’ per caso”, ci confida. “Il contratto lo firmai in una camera d’ospedale, senza aver mai messo piede nel locale”.

Me lo portò il mio socio di allora, Giorgio Reggiori (Giorgio del Lago Maggiore).

Albano e la Vanoni
Al Grotto Mai Morire non si contano le infinite serate a base di (buon) cibo e musica. L’anima “ticinese” del Grotto ha attirato e ospitato nel corso dei trentasei anni diversi personaggi illustri. “Pensi che quando ci visitò la Vanoni non l’ho nemmeno riconosciuta, ma me la fecero “scappare” (Richiedendole degli autografi). Ci visitò anche Albano, un personaggio simpaticissimo con cui conservo anche una bella foto ricordo”.

Storie di film
Flavio “Lalo” Cavalli è una miniera di racconti e aneddoti. “Te la racconto quella del film a luci rosse?” E allora via di risate. “A inizio maggio del primo anno, una volta arrivato al Grotto vidi una ventina di ragazze giovani e in minigonna a mangiare. Incuriosito, chiesi che cosa ci facevano lì. Mi risposero che mangiavano e poi dovevano girare due o tre riprese per un film, ma senza specificare quale. Chiesi dove potevo poi vederlo, ma non ottenni una risposta chiara. Dopo due anni, alcuni amici mi riferiscono che il mio locale era finito in un film porno. Il tutto, chiaramente, a mia insaputa. Tirai in ballo gli avvocati per far rimuovere le scene dove veniva ripreso dall’esterno il mio locale”.

“Lalo” all’appuntamento si presenta con un libricino rosso. “My Switzerland” – il nome –, che racchiude e presenta luoghi e locali più attrattivi della Nazione. “Lo sfogliai per curiosità, ma mai mi sarei aspettato che tra le meraviglie della Svizzera ci fosse anche il “Mai Morire”. Una magnifica sensazione”.

“Mai Morire” è anche il nome di un film del regista messicano Enrique Rivero (2013). Il titolo è dovuto al Grotto, chiaramente. E che c’entra il Messico con il Ticino? Adesso ve lo spieghiamo.

“Era un venerdì sera del 2008 e nel locale suonava la Bandella Betonica. Il regista e la sua troupe erano in Ticino per partecipare al Film Festival di Locarno, che hanno poi vinto. Al sabato sera quando li rincontrai ci recammo al grotto a festeggiare la loro vittoria. Partendo, ci dissero che si sarebbero sempre ricordati di noi. E così fu. Cinque anni dopo tornarono annunciandomi di aver girato un film con il nome del mio grotto. Vinsero anche un importante festival a Roma, il giorno del mio 60esimo compleanno”.

La chiamata di Lombardi
Il Grotto Mai Morire è stato per anni anche luogo (segreto e riservato) per cene dell’Ambrì. “Verso fine agosto prima del campionato ospitavamo giocatori e dirigenti con le rispettive famiglie,  per una serata tutta per loro in allegra compagnia. E sai chi mi ha fatto l’ultima chiamata prima di chiudere definitivamente il grotto? Filippo Lombardi in segno di ringraziamento per il lavoro svolto in tutti questi anni. Sono bei ricordi”.

Pubblicazione articolo: INFOpmi Ascona e Valli – luglio 2022