interviste

la voce di un Ticino in continua crescita ed evoluzione

Francesco Lepori

Giornalista RSI

Francesco, com’è cambiato il modo di fare giornalismo rispetto ai tuoi esordi?
“È cambiata innanzitutto la velocità dell’informazione. Siti e social media l’hanno resa molto più rapida. Spesso a scapito della qualità, della capacità di analisi e della ricerca di notizie. Queste devono rimanere componenti essenziali del nostro lavoro; di un giornalismo indipendente, in grado di uscire dai flussi istituzionali per ritrarre la realtà anche nei suoi aspetti più scomodi”.

Quali le principali difficoltà nel fare cronaca nera in Ticino?
“Con la revisione del Codice di procedura penale, entrata in vigore nel 2011, le norme in materia sono diventate più restrittive. Al punto da rivelarsi di difficilissima applicazione. Le misure introdotte a tutela della privacy hanno reso inoltre la cronaca nera e giudiziaria qualcosa di ormai estremamente astratto, allontanando l’opinione pubblica da un ambito che invece la tocca da vicino.

Il mestiere è più complicato, la gente fatica a capire. E come se non bastasse, regole che si vorrebbero garantiste producono a volte, in realtà, l’effetto contrario”.

Forse lo “accarezzi” soltanto, ma dal tuo punto di vista il mondo imprenditoriale in Ticino in che stato di salute si trova?
“Gli eventi degli ultimi anni, dal Covid-19 alla guerra in Ucraina, hanno creato grossi problemi anche alle aziende ticinesi. La Svizzera può quanto meno contare su un sistema creditizio sano. Cosa che – guardando la situazione dalla mia prospettiva – limita il rischio di infiltrazioni criminali. Agli inizi del decennio scorso, nel Nord Italia, tanti imprenditori stritolati dalla crisi si sono rivolti ai clan mafiosi, con conseguenze a dir poco devastanti”.

Coordini anche l’Osservatorio sulla criminalità organizzata. Dal vostro “osservatorio” quale la problematica che emerge principalmente?
“Il riciclaggio di denaro resta una delle attività principali; al di là dei continui e importanti progressi legislativi compiuti per precludere l’uso dei nostri canali bancari. I capitali sporchi tendono a confluire direttamente nel circuito economico, attraverso investimenti in settori come l’edilizia, l’immobiliare e la ristorazione. È emerso ancora da indagini recenti, che hanno mostrato il ricorso parallelo a metodi più o meno tradizionali, come il cambio di valuta e l’acquisto in leasing di automobili di lusso”.

Pubblicazione articolo: INFOpmi Alto Luganese e Valle del Vedeggio – novembre 2022