interviste

la voce di un Ticino in continua crescita ed evoluzione

Giuliano Genoni

Campione del mondo dei sommelier di birra

Quali sono le sensazioni nell’esserti laureato campione del mondo?
“Sto vivendo questo risultato come in un sogno. Non riesco a realizzare veramente cosa significhi essere campione del mondo. La cosa che mi rende più felice è il fatto che si è parlato (e spero si parlerà ancora) un po’ più di birra in Ticino e in Svizzera in generale. Questo fa sicuramente bene all’universo brassicolo”.

Come ti sei preparato a questo importante evento?
“Ho iniziato un percorso di allenamenti specifici lo scorso gennaio. Circa ogni due settimane mi sono incontrato con il mio amico esperto di birra Rolf Burkhard e abbiamo allenato le degustazioni alla cieca degli stili classici di birra e degli Off-Flavours (i cosiddetti difetti della birra). Le degustazioni erano organizzate da mia moglie Stefania, anche lei sommelière della birra. Da luglio questi allenamenti sono diventati settimanali. Inoltre in questi ultimi mesi ho letto diversi libri sul tema birra; da manuali a racconti autobiografici di esperti del settore. Oltre a ciò, regolarmente riassumo in delle schede tecniche gli stili di birra classici (origine, storia, aneddoti, ingredienti, profumi e sapori tipici). Per di più, quando cucino un piatto particolare, provo sempre qualche abbinamento con la birra e, se è positivo, lo annoto in queste schede.

Non da ultimo ho partecipato agli incontri/allenamenti organizzati a Zurigo dall’Associazione svizzera delle birrerie. Infine sono molto curioso e durante le mie vacanze, approfitto per visitare birrifici e birrerie, fermandomi volentieri a discutere con i mastri birrai o i gestori dei locali. Proprio prima del mondiale, mia moglie ed io ci siamo recati nell’Est della Germania e in Repubblica Ceca per visitare alcuni birrifici storici di queste regioni e assaporare i loro stili di birra direttamente sul posto. In ottobre invece mi sono recato in Inghilterra per visitare alcuni birrifici”.

Quale è stata la sfida più difficile?
“Al mondiale la sfida più difficile è stata la degustazione alla cieca di dieci birre diverse. Erano tutte e dieci birre scure e tutte di stili diversi”.

Come si resta “allenati” in questo campo?
“A livello sensoriale è importante fare degustazioni alla cieca. Io cerco di legare profumi e gusti a ricordi, emozioni e luoghi.

Per tutto il resto bisogna tenersi aggiornati, bevendo sia stili classici che birre più fantasiose e originali nel loro genere, leggendo letteratura dedicata, visitando birrifici e condividendo pensieri e opinioni con altri appassionati. Credo sia importante rimanere curiosi e aperti a lasciarsi sorprendere da questo magnifico mondo in continua evoluzione”.

Pubblicazione articolo: INFOpmi Gold Edition – novembre 2022