interviste

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I racconti di un tempo

La domenica elettorale di una volta, Guido Codoni

Un tempo, a dire il vero, la domenica elettorale iniziava parecchie settimane prima. Almeno, a casa mia era così. Mio padre, infatti, era uno dei responsabili della “preparazione” della domenica elettorale e i maggiorenni del Partitone si trovavano nel nostro tinello e, catalogo elettorale sottocchio, spulciavano, elettore per elettore (eravamo negli anni Sessanta e alle donne non era ancora stato concesso il diritto di voto) tralasciando i “sicuri”, ma soffermandosi sugli incerti e sui nuovi arrivati”.

La domenica fatidica poi, c’era chi prendeva nota, non troppo segretamente, se i votanti avevano deposto la scheda nell’urna. Era prassi comune per tutti i partiti. Nel suo libro-documento Il Voltamarsina, don Francesco Alberti (1882-1939) ben descriveva come nel Cantone le grandi manovre pre elettorali, il galoppinismo, il clientelismo fossero presenti da sempre. A me questa prassi mi disgustava.

Sull’onda dei movimenti che caratterizzarono la fine degli anni Sessanta, abbracciai le nuove idee che promettevano un’aria nuova per far piazza pulita del vecchiume della politica d’allora. Mi sposai, lasciai la cittadina nella quale sono cresciuto, trasferendomi nella località nella quale il nuovo partito viaggiava con il vento in poppa.

Era tempo di elezioni. Mi trovavo nella sala elettorale e qualcuno sul quale si faceva affidamento stentava ad arrivare. Mi dissero di andare a sollecitarlo. Lo feci e costei (le donne nel frattempo avevano acquisito il diritto di voto) mi mandò a quel paese. Rimasi di sale: quanto rimproveravo a mio papà lo stavo facendo io.

Il Nuovo che avanza non era poi così diverso… Capii che la politica non era fatta per me. Oggi qualcosa è cambiato?

Di Guido Codoni, una, fra le Memorie storiche del Mendrisiotto

Pubblicazione articolo: INFOelezioni – marzo 2023