interviste
la voce di un Ticino in continua crescita ed evoluzione
Ignazio Cassis
Presidente della Confederazione
Il bilancio di fine anno con Ignazio Cassis
Presidente, fino ad oggi, come definirebbe il 2022 in Svizzera?
“Lo definirei l’anno del risveglio brusco. Dopo alcuni lustri di relativa stabilità, siamo confrontati con un mondo nervoso. La democrazia come modello organizzativo si indebolisce mentre l’autarchia aumenta. Io appartengo a una generazione che, dopo la caduta del muro di Berlino, credeva che la democrazia avesse prevalso, per sempre. Nel 1992 Francis Fukuyama aveva addirittura dedicato alla “fine della storia” un best-seller. Per trent’anni abbiamo vissuto in quest’illusione. Poi la realtà ha ripreso il sopravvento. Dobbiamo abituarci a una visione più ciclica della storia, fatta di flussi e riflussi. In questo 2022 siamo passati dalla crisi pandemica a una militare e geopolitica, scatenata dalla guerra russa in Ucraina. Insomma: passiamo da un’incertezza all’altra. Assistiamo a un accavallarsi di crisi, che non vediamo più solo in televisione, ma che ci toccano da vicino. Le 65’000 persone fuggite in Svizzera dall’Ucraina vivono con noi e ci ricordano quel dramma ogni giorno. Un dramma che è anche il nostro. La crisi energetica e l’inflazione diminuiscono il nostro potere d’acquisto, cioè la nostra prosperità. C’è nervosismo e stanchezza. Forse non tutti ne hanno piena coscienza, ma con il tempo lo vedremo: il mondo è cambiato. E purtroppo non in meglio. Questo 2022 è stato come un risveglio da un bel sogno”.
Anche la Svizzera, diceva, risente della guerra in Ucraina ed è chiamata ad affrontare diverse sfide come quella dell’approvvigionamento energetico. Cosa dobbiamo aspettarci dall’inverno?
“Il Consiglio federale ha adottato, con i Cantoni, tutte le misure possibili per garantire l’approvvigionamento energetico: abbiamo per esempio rafforzato le riserve idro-elettriche e di olio combustibile, acquistato grandi generatori, concluso contratti internazionali e incentivato l’installazione di pannelli solari. Ma tutto ciò da solo non basta. Ogni cittadino è chiamato ad assumersi la sua responsabilità e a eliminare i tanti sprechi. La campagna mediatica www.zerospreco.ch ci spiega come. Confido nella responsabilità di ognuno: insieme possiamo affrontare questa sfida”.
A livello imprenditoriale, secondo lei, qual è la sfida principale da affrontare?
“Purtroppo diverse sfide si accavallano. Oltre all’approvvigionamento energetico che crea un aumento dei prezzi dei prodotti, c’è anche il forte apprezzamento del franco svizzero: per l’esportazione rappresenta un doppio problema. Il rischio di blackout non è elevato ma i prezzi dell’elettricità fanno male. Anche in questa crisi, gli imprenditori che hanno anticipato i problemi resteranno più competitivi. Essere innovativi oggi è questione di sopravvivenza. Anche le catene di produzione sono toccate dalla crisi pandemica e da quella geo-politica: in questo senso l’economia del “just in time” è rimessa in discussione. Il tessuto economico svizzero tuttavia si dimostra spesso solido nel paragone internazionale. Quindi molte ditte sono ben gestite e si preparano a ogni evenienza. Il ruolo dello Stato è quello di creare le migliori condizioni quadro possibili”.
Su quali temi si concentreranno le energie del Consiglio federale nel prossimo anno?
“L’approvvigionamento energetico resterà un tema centrale, come quello della politica della sicurezza. Inoltre saremo confrontati con nuovi flussi migratori. Siamo nel cuore dell’Europa e vivremo tutti gli stessi problemi dei Paesi vicini. Perciò è importante stabilizzare i rapporti con l’Unione europea, di gran lunga il nostro principale partner, e non solo commerciale. Nella speranza che la guerra in Ucraina trovi presto fine”.
Foto © Stefano Spinelli
Pubblicazione articolo: INFOpmi Gold Edition – novembre 2022