interviste
la voce di un Ticino in continua crescita ed evoluzione



La Berna ticinese
Intervista a Lorenzo Quadri Consigliere nazionale Lega dei Ticinesi
Quali sono i temi sui quali deve funzionare maggiormente l’asse Berna-Ticino?
“Le cose migliorabili sono parecchie. Per prima citerei la libera circolazione delle persone e le sue conseguenze negative: un tema su cui a Berna si insiste nel chiudere gli occhi, nascondendosi dietro a statistiche non aderenti alla realtà. La Confederazione deve comprendere che la situazione ticinese è così particolare da meritare delle soluzioni specifiche. Trattare allo stesso modo situazioni diverse costituisce infatti una disparità di trattamento. Anche in altri temi – ad esempio quelli legati alla mobilità, alla gestione del territorio ed ai contributi perequativi – non è semplice far comprendere le peculiarità ticinesi”.
La vostra voce e il vostro lavoro nella capitale di cosa deve tenere conto?
“Occorre sempre tenere presente che la deputazione ticinese è composta da 10 persone su 246 parlamentari federali e che, per ovvi motivi, visto che i deputati ticinesi appartengono a forze politiche diverse, non sempre si riesce a giungere ad una posizione comune. Anche quando si trova una concordanza, per ottenere delle maggioranze serve l’aiuto di rappresentanti di altri Cantoni. L’importante è non giocarsi la credibilità”.
Che elezioni ci aspettano in Ticino?
“L’inizio di campagna elettorale pare più incentrato sulla voglia di apparire che sui temi. Non è certo una sorpresa, visto il livello del quadriennio. Con l’avvicinarsi dell’appuntamento con le urne, la politica scivola spesso nella scenografia e nella comunicazione fine a sé stessa. Va anche detto che da un lato il diritto superiore (federale, internazionale) dall’altro la ristrettezza delle finanze pubbliche riducono il margine di azione autonoma. Personalmente ritengo che nel periodo elettorale la politica dia il peggio di sé, quindi spero che passi in fretta”.
Consiglio di Stato e Gran Consiglio, perché è importante votare? Vuole lanciare un appello alla popolazione?
“Perché votare è l’unico modo per tentare di cambiare ciò che non piace. Rinunciando, si è perdenti in partenza. Come recita il detto: “gli assenti (anche dalle urne) hanno sempre torto”. Soprattutto adesso che si assiste ad una polarizzazione della scena politica, è importante che i cittadini diano indicazioni sulla direzione che desiderano venga presa. Almeno per quel che riguarda le questioni principali”.
Quale il vostro coinvolgimento e il rapporto nella vita politica cantonale prima ancora che cantonale?
“A Berna ci si va anche e soprattutto per portare la voce della popolazione ticinese, quindi il coinvolgimento nella politica cantonale è inevitabile, almeno in una certa misura. La Deputazione ticinese a Berna si incontra regolarmente con il Consiglio di Stato. Inoltre, quasi tutti i parlamentari federali hanno un passato di granconsiglieri. Politica federale e cantonale sono dei vasi comunicanti”.
Il tema predominante delle elezioni?
“Sarà, ancora una volta, il reddito dei ticinesi. Che non può essere ulteriormente eroso, ad esempio per portare avanti transizioni “green” irrealistiche ed ideologiche. I cittadini non possono vivere solo di aria decarbonizzata”.
Finanze. Quali le manovre più urgenti che, secondo voi, dovrebbe attuare il Cantone?
“È chiaro che il Cantone non dovrà mettere le mani nelle tasche dei contribuenti. Dovrà invece analizzare ad una ad una le proprie voci di spesa, e paragonarle a quelle degli altri Cantoni. Non dovrà assumere nuovi compiti, né creare nuove funzioni. E dovrà finalmente chiedersi a cosa può rinunciare. Il Ticino non ha un problema di entrate, bensì di spesa pubblica andata fuori controllo. È a quel livello che occorre intervenire”.
Pubblicazione articolo: INFOelezioni – marzo 2023