interviste

la voce di un Ticino in continua crescita ed evoluzione

Luca Milesi

Membro di comitato PharmaSuisse

Luca, da ormai due anni siede nel comitato di Pharma Suisse. Innanzitutto, ci spieghi quale è la vostra attività?


“L’attività di Pharmasuisse, la nostra associazione di categoria, in questi 2 anni immancabilmente condizionati dalla pandemia di COVID è stata molto intensa ed articolata. Al momento ci occupiamo di diversi temi che spaziano dalla formazione continua che ogni farmacista deve assolvere, ai nuovi compiti che il futuro ci riserverà senza dimenticare la digitalizzazione che rappresenterà sempre più una parte insostituibile delle future sfide professionali.

Concretamente ed espresso in modo un po’ più esaustivo ci stiamo occupando:

– Di mantenere la formazione di base e la formazione continua a cui tutti devono partecipare a dei livelli che permettano ai farmacisti ed alle loro collaboratrici e collaboratori di restare sempre aggiornati.

– Di trasformare la farmacia da un’azienda improntata principalmente sulla vendita ad una nuova organizzazione che offra delle vere prestazioni sanitarie. Potrei per esempio citare alcune nuove attività da implementare come la gestione dei medicamenti per i pazienti al rientro da un periodo in ospedale, servizi di prevenzione come alcune vaccinazioni, ecc.

– La digitalizzazione in tutti i suoi settori. Anche qui lavoriamo su più progetti che comprendono due grandi categorie: la prima comprende tutta una serie di aiuti al farmacista come dei programmi per gestire le vaccinazioni, le interazioni, dei diagrammi di flusso per meglio gestire la dispensazione di alcuni medicamenti che richiedono un’accresciuta attenzione. La seconda categoria comprende invece lo sviluppo in collaborazione con ospedali, medici, Confederazione e Cantoni di una vera cartella sanitaria del paziente che contenga tutti i dati medici”.

Con la pandemia, il ruolo delle farmacie è divenuto sempre più centrale. Soddisfatto dell’operato nel vostro settore?


“Assolutamente sì. Siamo partiti in piena pandemia lavorando in condizioni veramente difficili. All’inizio non avevamo mezzo di protezione alcuno, mancavano le mascherine, il plexiglas, i disinfettanti ed alcuni medicamenti. Nei mesi a venire ed in questo momento oltre a continuare a svolgere la nostra funzione primaria siamo un attore di primaria importanza che riesce ogni giorno a testare e vaccinare migliaia di persone. Un compito importante che ci rende fieri ma che ci tiene comunque ancora sotto grande pressione”.

Il vaccino è l’unica via per uscirne? Gli svizzeri non hanno compreso del tutto ancora la sua importanza?


“Il vaccino è sicuramente una componente molto importante per uscire da questa situazione. Una percentuale più alta di persone vaccinate ci aiuterebbe sicuramente ad accorciare i tempi ma non dobbiamo dimenticare anche le altre misure come l’uso di protezioni individuali, il rispetto delle regole d’igiene, un certo distanziamento sociale e l’identificazione e l’isolamento delle persone infette”.

Riscontra delle differenze d’approccio alla pandemia a livello nazionale e cantonale?


“Sicuramente sì, fanno parte del nostro sistema federalistico. Il Ticino, per me, ha lavorato bene e le decisioni ticinesi sono state poi spesso adottate anche da altri Cantoni. Vorrei qui ringraziare le nostre autorità e gli specialisti che hanno svolto un buon lavoro”.

Pubblicazione articolo: INFOpmi Malcantone – febbraio 2022