interviste

la voce di un Ticino in continua crescita ed evoluzione

Luca Renzetti

Architetto

Luca, da tempo in politica e da tempo nel settore imprenditoriale. Quali gli aspetti che accomunano questi due settori e in cosa invece sono distanti?

Un aspetto che accomuna imprenditorialità e politica è la responsabilità; da una parte verso i collaboratori, come pure verso il cliente ed anche verso i partner di lavoro; ma anche responsabilità economica nell’essere pronti a rispondere in caso di necessità: il famoso “metterci la faccia”. A modo suo, anche la politica ha bisogno di persone che si prendano responsabilità verso il cittadino, perché il compito principale del buon governo è farsi carico del volere dei cittadini, indistintamente. Un secondo aspetto comune è il coraggio di prendere decisioni, anche scomode, da una parte per il bene dell’azienda, dall’altra per il bene di tutti. Inoltre, i collaboratori e la popolazione devono vedere il lavoratore prima che il proprietario o il politico. Le principali differenze stanno nella libertà d’azione dove il politico deve stare nei confini democratici; sovrano è sempre il volere del cittadino; per contro, l’imprenditore deve avere sempre quale obiettivo la generazione di valore e la sua responsabilità decisionale è di tipo gerarchico. Reputazione e moralità, comunque, sono prerequisiti fondanti comuni.

La politica è il modo più congeniale per avvicinarsi al territorio e le sue necessità?

Per un politico che ha a cuore il bene della sua comunità non esiste altra possibilità che avvicinarsi al suo territorio, alle persone ed alle loro necessità ed aspettative. Avvicinarsi ed ascoltare, ascoltare ed ascoltare. Solo in questo modo il politico può capire quale deve essere la sua linea d’azione, da perseguire poi con la massima determinazione e coinvolgimento dei cittadini.

Da architetto, che futuro disegna per il Locarnese del prossimo ventennio?

Credo che il locarnese sia una delle regioni, se non la regione con il maggior potenziale inespresso del Cantone. Il prossimo ventennio, con il consolidamento del collegamento Alp Transit e (si spera) il collegamento A2-A13, la città Ticino potrà comprendere davvero anche il Locarnese. I progetti già in rampa di lancio sono tanti: dallo sviluppo dell’area industriale, alla riqualifica della Piazza Grande, all’apertura del Museo di Storia Naturale, alla riqualifica della zona Ex-Gas/Ex-Macello e del Lungolago; senza dimenticare la bellezza e l’economia delle nostre Valli. Il tutto va inserito in una visione d’insieme che punti sempre più alla cura del bello e all’armonia degli spazi architettonici ed il territorio.

Essendo stato nel comitato del FC Locarno, che cosa ha bisogno il mondo sportivo regionale per essere competitivo con il resto della Svizzera e le sue strutture?

Non faccio più parte del comitato ormai da più di un anno e mezzo, anche se rimango sempre vicino alla società. Se rimaniamo nell’ambito calcistico, non credo che il bacino locarnese possa tornare nell’elite, visti i rapporti di forza in essere con Lugano nella massima serie e Bellinzona in Challenge league. Se per regionale intendiamo il Ticino, allora c’è la possibilità di fare molto bene: ci vuole però unità di intenti. Ci vuole un lavoro condiviso e che crei la famosa piramide. Se non partiamo da questo presupposto, ci sarà solo un grande spreco di forze e mediocrità.

Pubblicazione articolo: INFOpmi Locarno – aprile 2023