interviste

la voce di un Ticino in continua crescita ed evoluzione

Manuele Bertoli
Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento dell’educazione,
della cultura e dello sport (DECS)

Scuola, futuro e sfide… a tutto Bertoli

Direttore, con quali premesse si sta svolgendo l’anno scolastico in corso in Ticino?
“Direi buone. Non abbiamo più la pandemia ad ostacolare le lezioni, l’inserimento degli allievi ucraini funziona abbastanza bene, mi pare ci siano le premesse per un anno scolastico concentrato su quello che la scuola sa fare e sa dare, ovvero l’apprendimento degli allievi in un contesto stimolante e arricchente”.

È il superamento dei livelli la principale sfida del DECS per i prossimi anni?
“È una delle sfide, che meritava di essere risolta prima e che la politica ha faticato a riconoscere, ma non l’unica. Bisogna allargare le possibilità di formazione in apprendistato, con più posti di tirocinio, dobbiamo ridurre il numero di ragazzi e ragazze che si “inceppano” dopo la scuola media e faticano a trovare un loro percorso, dobbiamo aumentare il numero di esperienze linguistiche degli allievi fuori Cantone. Tutte cose su cui si sta lavorando con strumenti nuovi o potenziati, ma comunque obiettivi non semplici da raggiungere”.

Onorevole Bertoli che voto si dà, dall’inizio del suo mandato, nella gestione del DECS?
“Non tocca a me esprimere voti. Io ho fatto del mio meglio e quello che era possibile fare per migliorare la scuola dell’obbligo, per offrire più opportunità di scelte ai ragazzi nel postobbligo, per sviluppare maggiormente la pedagogia speciale, per sostenere USI e SUPSI nel loro sviluppo, per rimodellare e consolidare il sostegno a cultura e sport. E poi ho partecipato attivamente alle discussioni di Governo su tutti i temi non inerenti al mio Dipartimento ma importanti per il Cantone. In ogni caso posso dirmi piuttosto contento del lavoro fatto”.

Che tipo o modello di scuola ticinese si immagina tra una decina di anni?
Una scuola sempre di qualità e pronta ad accogliere tutti i suoi allievi, da quelli più capaci, che devono poter approfondire le loro curiosità ed appassionarsi allo studio, a quelli più deboli, che vanno accompagnati verso un percorso formativo di successo. Se tutti trarranno profitto dal loro percorso scolastico e formativo sarà la collettività intera ad uscirne migliore.

Pubblicazione articolo: INFOpmi Gold Edition – novembre 2022