interviste

la voce di un Ticino in continua crescita ed evoluzione

HelvEthica Ticino

Maria Pia Ambrosetti, membro del comitato strategico di HelvEthica Ticino, candidata al CdS e al GC.

Quale il punto di forza del vostro partito?

“Il nostro movimento politico nasce dalla comune volontà di difendere i diritti fondamentali della Costituzione federale che, durante la pandemia, sono stati ampiamente sacrificati sull’altare di una presunta sicurezza: il diritto all’integrità fisica e psichica e alla libertà di movimento, il diritto a una particolare protezione dell’incolumità e dello sviluppo di bambini e adolescenti, la garanzia della libertà d’opinione e d’informazione, tanto per citarne alcuni. E questo è il nostro punto di forza, perché i diritti costituzionali non hanno colore politico”.

Affrontate le elezioni con un chiaro obiettivo?

“Non abbiamo l’unica ambizione di ottenere il “cadreghin”, bensì di vegliare attivamente affinché la democrazia non sia soltanto una parola di cui riempirsi la bocca”.

Ecologia. Quali gli aspetti più importanti per voi?

“Il nostro motto è incentivare anziché imporre. L’ecologia è un aspetto fortemente legato all’economia: riducendo al minimo necessario la circolazione di merci provenienti dai quattro angoli del pianeta e privilegiando la produzione locale si farebbe un gran passo verso il miglioramento globale dell’ambiente”.

“Andrebbero incentivate le piccole aziende agricole locali di produzione biologica e le aziende artigianali improntate alla riduzione degli sprechi e presenti su tutto il territorio. Ciò implica la messa in discussione del modello economico neoliberista che ci viene venduto come unica alternativa possibile. “There is no alternative”, aveva sentenziato Margaret Thatcher verso la fine degli anni Ottanta”.

“Dovremmo anzitutto sapere cosa vogliamo: una costante crescita del PIL o un ambiente vivibile e sano? Ciò non significa che si debba tornare a un’economia di sussistenza, ma sicuramente evitare l’iperconsumismo stimolato da una pubblicità onnipresente e invasiva, e spesso anche dalle frustrazioni legate a uno stile di vita frenetico che non tiene alcun conto dei bisogni umani fondamentali: mangiare in modo sano (e quindi anche avere il tempo necessario per procurarsi un cibo di qualità), muoversi all’aria aperta, esercitare attività creative, culturali e sociali”.

Viabilità. Cosa occorre fare per un Ticino più scorrevole e fluido? Quali le criticità più importanti da risolvere?

“Per risolvere i problemi di viabilità occorrerebbe ampliare la rete dei trasporti pubblici (già sovvenzionati all’80% dallo Stato) e renderli gratuiti. Ciò risolverebbe nel contempo i problemi ambientali legati alla forte circolazione di auto private”.

“Non siamo contrari per principio a queste ultime, anche perché la conformazione del nostro Cantone è tale che non se ne può fare a meno ma, grazie a una rete efficiente di trasporti pubblici gratuiti, crediamo che la loro circolazione potrebbe essere molto ridotta”.

Territorialità. Notate un aumento o una flessione di giovani appassionati alla politica? Nel caso, cosa bisognerebbe fare per avvicinarli?

“Per incentivare i giovani a interessarsi di politica, occorrerebbe sicuramente compiere un maggiore sforzo di educazione civica nella scuola: molti, e non solo tra i giovani, non conoscono la differenza tra un’iniziativa e un referendum, tra potere esecutivo, legislativo e giudiziario, tra i tre livelli di ripartizione politica del nostro Paese: federale, cantonale e comunale. Come possono i giovani avvicinarsi alla politica se non ne capiscono il linguaggio di base? Quali sono i partiti che si preoccupano davvero dei bisogni dei giovani? Noi di HelvEthica Ticino auspichiamo anche una riforma scolastica che punti maggiormente sull’insegnamento delle materie umanistiche e creative, sull’integrazione e la solidarietà, affinché i futuri cittadini siano in grado di partecipare attivamente e responsabilmente alla vita comunitaria”.

“La scuola non dev’essere intrisa di ideologie, bensì offrire una cultura generale intesa a sviluppare lo spirito critico e i talenti dei giovani. La digitalizzazione è già fin troppo presente al di fuori delle aule scolastiche, non vi è la necessità di renderla onnipresente anche al loro interno, togliendo tempo e spazio ad altre importantissime attività, come saper leggere e comprendere bene un testo, scrivere correttamente e fare una ricerca basata sui libri e non solo su quello che propongono gli algoritmi di Google”.

Pubblicazione articolo: INFOelezioni – marzo 2023