interviste
la voce di un Ticino in continua crescita ed evoluzione
Mario Timbal
Il direttore della RSI in carica dal 1° aprile 2021, si racconta a INFO pmi tra un primo bilancio del suo mandato, obiettivi futuri e tanto altro
Direttore, come giudica finora l’operato del suo mandato?
“Non spetta evidentemente a me dare un giudizio. Il momento è complesso, sotto tutti i punti di vista e la sfida è grande. Ci troviamo oggi a ridurre la spesa e al contempo ad affrontare la più grande trasformazione che il servizio pubblico abbia mai vissuto. Dobbiamo raggiungere il pubblico che sta transitando progressivamente verso l’ecosistema digitale e trovare la declinazione adatta al servizio pubblico e tutto questo senza trascurare i vettori lineari, che sebbene perdano forza, costituiscono ancora oggi la maggior parte del nostro pubblico e – di riflesso – dei nostri investimenti. E questo lavoro dobbiamo spiegarlo, mostrare l’importanza di un servizio pubblico forte e di qualità, per la coesione nazionale, per la formazione dell’opinione pubblica – in un momento politico dove dopo la sua messa in discussione, si valuta un referendum per dimezzarne i mezzi.
A prima vista questo sembra impossibile e il tempo a disposizione è poco. Ma le grandi competenze presenti alla RSI, declinate con creatività e con il supporto delle nuove tecnologie aprono delle opportunità e starà a noi coglierle. Per il momento abbiamo gettato alcune basi, cercando la stabilità finanziaria (con delle scelte anche difficili), una nuova cultura aziendale e una semplificazione dei processi”.
Al momento della nomina, si aspettava questo tipo di sfida o ci sono degli elementi “sorprendenti”?
“Naturalmente non sono arrivato alla RSI ignorando la complessità della situazione e del periodo. Del resto con i programmi RSI sono cresciuto sin da ragazzo. Sono i programmi, è l’offerta di programma, con la sua ampiezza e diversità, a legittimare la RSI e quindi farò di tutto per garantire a collaboratrici e collaboratori le migliori condizioni possibili per esprimere le loro competenze professionali. Voglio essere, insomma, un facilitatore, ma non intervengo e non interverrò direttamente sul lavoro quotidiano delle redazioni. Ci saranno – anzi ci sono già stati e ci accompagneranno anche in futuro – dei tagli che devono anche portare a nuove modalità produttive più snelle: ma questi tagli, presenti in tutte le aziende del nostro settore, non devono diventare un alibi”.
La RSI, così come tutto il comparto nazionale,non sta vivendo il suo periodo più felice. Eppure, la qualità non manca mai. Concorda nell’affermare che si tende a risaltare solamente gli aspetti negativi?
“Il pubblico, che in realtà non esiste più come categoria unitaria e indifferenziata – si parla ormai di “società individualizzata”, poiché somma di singole persone diverse per anagrafe, formazione, gusti, interesse e aspettative – ha tutto il diritto di esprimere pareri e giudizi sui nostri prodotti, non da ultimo poiché siamo finanziati per i 3/4 dal canone. È il pubblico a legittimare la nostra attività e la nostra esistenza. Osservo inoltre che, anche nei confronti della RSI, le critiche sono, rispetto ai segnali di apprezzamento, non più numerose, ma soltanto più gridate e, qualche volta, strumentali”.
Come si immagina la RSI fra cinque anni?
“Mi auguro – e per questo sto lavorando insieme a tutto il Comitato direttivo, ma anche con il partner sociale SSM – che RSI possa raggiungere un nuovo equilibrio finanziario e occupazionale a medio-lungo termine che ci permetta di far valere l’autorevolezza, le competenze, le diversità della nostra azienda: nell’informazione, certo; ma anche nella cultura, nell’intrattenimento, nello sport. Sin dal primo giorno, mi sono riproposto, nel mio ruolo, di fare tutto il possibile, anche nelle sedi nazionali SSR, affinché RSI possa continuare a lungo ad essere l’espressione autorevole, credibile, competente, ma anche empatica e realmente vicina al Paese di cui è espressione”.
Pubblicazione articolo: INFO pmi Gold Edition – dicembre 2021