interviste

la voce di un Ticino in continua crescita ed evoluzione

Michela Pfyffer von Altishofen

Direttrice Clinica Sant’Anna

Traccia una panoramica dell’anno che sta per concludersi, svela gli auspici per il 2022

Sta per chiudersi un altro anno “anormale”. Che bilancio può tracciare per la Clinica Sant’Anna?

“Se effettivamente è stato un anno inconsueto in numerosi settori, e penso in particolare a quello della cultura e della ristorazione, non lo qualificherei così ‘anormale’ per quello della sanità. Siamo, di natura e per vocazione, da sempre confrontati con la malattia e la gestione del rischio sanitario fa parte del nostro quotidiano. 

Credo che il nostro settore sia stato per contro fortemente sollecitato e abbia saputo rispondere al meglio, e sin dall’inizio, grazie ad un’ottima collaborazione tra le varie strutture ospedaliere, COVID e non-COVID, pubbliche e private. Quale struttura non COVID, per decisione del dispositivo cantonale della gestione della crisi, la Clinica Sant’Anna si è adoperata ed è riuscita a garantire la continuità delle cure a quei pazienti che non potevano aspettare (penso in particolare alla maternità, all’oncologia e alla chirurgia) ed è riuscita altresì ad aiutare le strutture COVID in prima linea, mettendo a disposizione personale e dispositivi medici, ma anche aprendo le proprie sale a medici attivi in altri ospedali e cliniche che ne avevano necessità per i loro interventi improcrastinabili. 

Il 2021 è stato l’anno del ritorno ad una certa normalità, una normalità più cosciente dell’importanza di avere un sistema sanitario fortemente adattabile e reattivo, al contempo performante e versatile, grazie alla complementarietà e alla collaborazione pubblico-privato. Una normalità che affrontiamo con maggiore esperienza e anche con delle nuove competenze. Abbiamo imparato davvero molto, rafforzando il già alto livello tecnico e sviluppando ulteriormente le competenze umane. La dimensione umana – nelle cure e in tutti i rapporti interpersonali all’interno della clinica – è da sempre il nostro cavallo di battaglia e oggi sappiamo più che mai quanto questa sia stata importante. Credo che le due parole chiave, all’esito di questa esperienza (purtroppo non ancora finita), siano state ‘proteggere e curare’ e se mi guardo alle spalle direi che abbiamo compiuto il nostro dovere con successo. Una cultura aziendale forte, e un grande senso di appartenenza, hanno fatto sì che la nostra risposta sia stata sempre pronta e di qualità, e che i pazienti ne abbiano giovato e lo abbiano apprezzato. Guardiamo dunque al futuro in maniera molto attenta e responsabile, senza abbassare la guardia mantenendo dunque le misure di protezione e sfruttando tutti i mezzi per il ‘controllo’ del virus che ci vengono offerti”.

Cosa si augura per il 2022 a livello professionale e personale?

“Personalmente credo che non si debba mai smettere di crescere, e questa crisi ce l’ha ampiamente confermato. Con questa consapevolezza ho seguito il corso della SUPSI e superato l’esame di “membro di Consiglio d’Amministrazione certificato” nel 2021 ed inizierò un nuovo corso nel 2022 per ottenere il “Certificate of Advanced Studies” in diritto sanitario. Mi auguro quindi di poter mettere in pratica le mie competenze e di continuare ad acquisirne di nuove, perché ogni sfida, ogni cambiamento, ogni prova, se vissuta con criticità e curiosità è un’occasione per evolvere e imparare a guardare alle cose da una diversa prospettiva. E questo, a mio avviso, è sempre arricchente”.

Politicamente parlando, invece, come valuta l’impegno del Ticino a favore degli imprenditori?

“Senza dimenticare che il Ticino si trova in una situazione molto complessa, per la sua minoranza linguistica, per la sua demografia e per la sua accessibilità, che lo rendono poco attrattivo per gli imprenditori, credo che l’impegno del nostro Cantone abbia un potenziale ancora non sfruttato sul quale è fondamentale lavorare, dando un’accelerata rispetto a quanto già fatto sino ad ora. Quando parliamo di imprenditori intendiamo non solo chi da anni è già insediato sul territorio e offre numerosi posti di lavoro, ma anche le PMI e le Start up che portano con sé un progetto imprenditoriale tutto da realizzare. Proprio per le particolarità del nostro Cantone, che se lasciate a sé stesse costituiscono un evidente limite, il nostro impegno deve essere più incisivo che non in altri territori e deve essere volto a trasformare le nostre specificità in opportunità. Grazie alla sinergia con i numerosi atout che il nostro Cantone vanta. Per tutto questo lancio un invito ad una riflessione condivisa sull’insegnamento delle lingue e in particolare della lingua inglese, su come incentivare il rientro dei nostri giovani dopo gli studi in Svizzera interna o in altri Paesi, sulla risoluzione dei problemi di mobilità, su una fiscalità più attrattiva e soprattutto su una vera politica pronta a favorire l’innovazione. Una sfida non facile ma alla quale la politica non può e non deve sottrarsi”.

Pubblicazione articolo: INFO pmi Gold Edition – dicembre 2021