interviste

la voce di un Ticino in continua crescita ed evoluzione

Piero Marchesi

Presidente UDC Ticino e consigliere nazionale

Garantire alle PMI un approvvigionamento sicuro e affidabile

Piero, la Svizzera è reduce da due anni difficili e il futuro indica che ci sarà ancora da soffrire. Quale sarà la principale sfida per la Svizzera nel 2023?
“Indubbiamente quella di garantire a cittadini e Pmi un approvvigionamento elettrico sicuro e affidabile. Dopo anni, dove i problemi sono stati tenuti nel cassetto, si parla finalmente del tema in modo chiaro. Ora anche il Consiglio federale, che fino a pochi mesi or sono sosteneva che non c’era da preoccuparsi, ammette che per i prossimi inverni si renderanno necessari razionamenti d’energia per evitare possibili blackout. Che tutto ciò avvenga in Svizzera, Paese ricco e da sempre all’avanguardia, è surreale. Ma è la logica conseguenza di scelte politiche che hanno portato a indebolire il nostro sistema di produzione indigeno, ad esempio spegnendo la centrale nucleare di Mühleberg e aumentando vieppiù il consumo di energia elettrica, incentivando ad esempio la sostituzione di impianti di riscaldamento a olio combustibile con termopompe, o sovvenzionando l’acquisto di auto elettriche. Intendiamoci, l’obiettivo di decarbonizzazione lo condivido, ma prima di trasformare il nostro consumo energetico dal petrolio all’elettrico bisogna necessariamente aumentare massicciamente la produzione elettrica, altrimenti vivremo momenti di penuria di energia, come appunto accadrà nei prossimi inverni”.

Crisi energetica e aumento dei prezzi. La politica ha fatto il necessario per intervenire secondo lei?
“Quando un bene scarseggia e la domanda aumenta, il prezzo non può che aumentare. In ambito elettrico, se la Svizzera non si trovasse nella situazione attuale, i prezzi sarebbero certamente più bassi. Il mercato elettrico è in preda al panico e nell’impossibilità di garantire le forniture per il prossimo inverno, agisce sull’aumento dei prezzi per limitare i rischi. Per quanto attiene il costo della benzina e del diesel, rientriamo purtroppo in dinamiche di mercato e – questo va detto – pure nel campo della speculazione. La politica, soprattutto quella federale ha avuto ben due occasioni per abbassare le tasse sugli oli minerali e dunque ridurre il costo di benzina e diesel alla pompa. Altri Paesi vicini a noi, Italia in primis, in breve tempo hanno ridotto il loro costo tagliando temporaneamente le accise. Purtroppo però, alla prova dei fatti, nel Parlamento federale solo il gruppo UDC e pochi altri parlamentari hanno votato il provvedimento”.

Che futuro intravede per gli imprenditori ticinesi? Ha un messaggio da rivolgere a loro?
“Un futuro per nulla semplice, dove l’incertezza la farà da padrone. Di certo ci sarà solo l’aumento dei costi energetici e questo deve a mio avviso essere la molla per far scattare in ogni azienda, soprattutto in quelle più energivore, importanti misure di risparmio di energia. Soprattutto nell’industria ci sono ancora molti sprechi, che sino ad ora – proprio per il costo tutto sommato moderato dell’energia – non hanno estremizzato la necessità di risparmio. Invito i colleghi imprenditori a voler cogliere l’opportunità per affrontare programmi di riduzione e ottimizzazione dei consumi. Sarà a mio avviso il lato positivo di questo difficile momento, che permetterà una volta usciti dalla crisi di beneficiare dei risparmi economici che faranno bene anche in futuro”.

Pubblicazione articolo: INFOpmi Gold Edition – novembre 2022