interviste
la voce di un Ticino in continua crescita ed evoluzione
UDC – I Liberalconservatori
Piero Marchesi, Presidente UDC Ticino.
La soddisfa il mercato del lavoro in Ticino? Si può fare di più? Come?
“L’economia ticinese, purché viva, non produce un aumento di gettito d’imposta come rileviamo a livello nazionale. Questo significa che le aziende fanno fatica a fare utili. I motivi sono molti: l’importante concorrenza dalla vicina Italia, il valore aggiunto che fatica a crescere e condizioni quadro fiscali poco vantaggiose. Va poi rilevata l’importante presenza di manodopera frontaliera, che se per i settori tradizionali quali l’edilizia, l’industria e in parte la sanità, è fondamentale, per il settore terziario è purtroppo diventata fonte di sostituzione della manodopera residente. Questo fenomeno causa un aumento dei costi sociali pagati anche dalle aziende attraverso le imposte. Il cane che si morde la coda. È necessario ritornare a una sana gestione dell’immigrazione, per fare in modo che chi vive in Ticino possa avere maggiori opportunità di impiego nel mondo del lavoro e affinché le aziende possano beneficiare della manodopera estera, ma solo quando davvero manca quella locale“.
Cassa malati, problema o opportunità?
“Le casse malati sono quell’organo amministrativo che assume i costi dei vari attori della sanità e li rifattura agli assicurati. Il problema è ben più ampio: i costi della sanità fuori controllo. È inutile lamentarsi, bisogna da una parte rivedere completamente la Lamal, che ha dimostrato tutti i suoi limiti e a livello cantonale razionalizzare i servizi. In Ticino abbiamo quasi venti ospedali, rispetto a Cantoni ben più popolosi che ne hanno solo due. Lo stesso vale per l’elevato numero di medici, dove la comparazione con gli altri Cantoni è imbarazzante. Bisogna avere il coraggio di metterci le mani, sia a livello federale, ma anche cantonale con una nuova pianificazione ospedaliera che miri alla qualità delle cure, ma anche a una razionalizzazione dei costi“.
Quale è il punto di forza del vostro partito?
“Siamo il partito del popolo svizzero, è la traduzione letterale dell’acronimo SVP. Rappresentiamo tutte le fasce della popolazione, ma in particolare la categoria del ceto medio, gli artigiani i piccoli e medi imprenditori. Quelle persone che si alzano la mattina per fare, per produrre ricchezza, per creare qualche cosa per le future generazioni. Difendiamo chi vive in questo Paese, tuteliamo i contribuenti da nuove tasse e imposte, vogliamo un’immigrazione controllata, un Paese sovrano e neutrale. In poche parole, vogliamo bene al nostro Paese e ai suoi cittadini“.
Affrontate le elezioni con un chiaro obiettivo?
“Gli obiettivi elettorali sono due: aumentare i seggi in Gran Consiglio e avere finalmente un nostro Consigliere di Stato. L’UDC nella scorsa legislatura ha fatto molto, ha dettato gran parte dell’agenda politica del Cantone, ha creato alleanze con il fronte borghese e le ultime sei volte che abbiamo chiamato a votare i ticinesi su nostri temi ci hanno sempre dato ragione. Ora vorremmo fare qualche cosa di più e farlo dall’interno, in Consiglio di Stato. Speriamo che le cittadine e i cittadini vogliano metterci alla prova, noi siamo pronti. Abbiamo lanciato la nostra campagna elettorale con lo slogan “Cambiamo ora!” per sottolineare che se vogliamo dare una prospettiva al nostro Cantone, allora è necessario modificare le dinamiche in Consiglio di Stato, che abbiamo definito “Il Governo del Mulino bianco” perché ha dimostrato di amministrare ma non di governare. Infatti, sono decenni che il Consiglio di Stato non ha più una chiara visione di sviluppo socio-economico del Paese. È ora di agire, è ora di rilanciare il nostro bel Cantone“.
Ecologia. Quali gli aspetti più importanti per voi?
“L’ecologia non può essere sconnessa dall’economia e dalla società. Per noi ecologia significa progresso tecnologico, ricerca, visioni e opportunità. Siamo fermamente contrari a imposizioni, divieti e tasse per “educare i cittadini” come invece promuove il fronte rosso-verde. Abbiamo vinto il referendum sulla nuova Legge sul Co2, il popolo svizzero ci ha dato ragione ribadendo la sua contrarietà a nuove tasse e divieti, continueremo a farlo in difesa dei cittadini e delle PMI“.
Viabilità. Cosa occorre fare per un Ticino più scorrevole e fluido? Quali le criticità più importanti da risolvere?
“Bisogna innanzitutto realizzare i progetti sul tavolo. Ci vuole troppo tempo per fare qualsiasi cosa perché l’amministrazione pubblica è lenta e burocratica, il Consiglio di Stato non decide e i tempi si allungano anche a causa dei molti ricorsi”.
“Bisogna insistere sulla mobilità aziendale, agire sui lavoratori a turno organizzando trasporti collettivi (bus navetta). Basta recarsi nelle zone industriali come Bioggio o Mendrisio alle 16 del pomeriggio, quando termina il turno nelle fabbriche. Partono migliaia di auto, tutte con una sola persona a bordo e tutte nella stessa direzione, l’Italia. Basterebbe attivare dei bus navetta organizzati per zone industriali e trasportare le persone nelle varie zone in Italia. Facilmente ridurremmo il traffico del 15-20% e i benefici li vedremmo subito. Non è necessaria la tassa di collegamento, che oltre a imporre i lavoratori non produce alcun risultato, ma attivare piuttosto progetti condivisi con le aziende e i lavoratori. Ci vuole un po’ di fantasia e soprattutto concretezza, non tasse declamatorie e inutili”.
Territorialità. Notate un aumento o una flessione di giovani appassionati alla politica? Nel caso, cosa bisognerebbe fare per avvicinarli?
“Dal numero dei candidati direi proprio di no, ma non credo sia l’unico elemento per fornire una risposta. L’UDC ha un’organizzazione interna al partito chiamata Giovani UDC, conta una cinquantina di giovani motivati che organizzano dibattiti, raccolgono firme, si impegnano per organizzare eventi e così cominciano a fare politica tra la gente. Sono fiero dei nostri giovani perché abbiamo dato loro molta fiducia e i risultati si vedono”.
Finanze. Quali le manovre più urgenti che, secondo voi, dovrebbe attuare il Cantone?
“Recentemente in una conferenza stampa l’UDC ha presentato una serie di misure per risanare le finanze del Cantone, ma prima delle misure è necessario avere qualcuno in Governo che le finanze voglia davvero risanarle. Sino ad ora abbiamo visto molti tatticismi politici, ma nessuno che abbia avuto il coraggio di metterci le mani. A nostro avviso, senza fare del male a nessuno e senza tagliare prestazioni per i più bisognosi è necessario:
- Personale: malgrado il blocco alle assunzioni, il personale dello Stato in questa legislatura è cresciuto di ben 641 unità! Ogni anno partono dal Cantone circa 250 collaboratori tra pensioni e nuove sfide professionali. La nostra proposta è quella di sostituire solo la metà dei partenti, riorganizzando internamente gli uffici e trasferendo le risorse laddove necessarie. Bisogna poi rivedere il meccanismo degli scatti automatici di salario, un sistema anacronistico che nessuna realtà nel privato adotta;
- Beni e servizi: bloccare la spesa ai livelli del 2020, non si capisce infatti perché con la popolazione che ristagna la spesa beni e servizi debba aumentare di svariati milioni l’anno;
- Spese di trasferimento: pur garantendo i sussidi diretti alle persone bisognose, è necessario rivedere i parametri di attribuzione di tutti gli altri sussidi, che costano centinaia di milioni l’anno.
Queste tre misure porterebbero a un risparmio cumulato di circa 140 milioni di Franchi, una prima importante azione che dovrà essere seguita da una vera revisione dei compiti dello Stato. D’altronde, il Governo dovrebbe interrogarsi quotidianamente sui servizi erogati, se sono ancora apprezzati dai cittadini, se sono ancora necessari o divenuti superflui. Questo si chiama fare politica, altrimenti è pura amministrazione.
È urgente agire affinché si eviti di far affondare la barca e di lasciare alle generazioni future i debiti che accumula la nostra per incapacità di fare delle scelte”.
Pubblicazione articolo: INFOelezioni – marzo 2023