interviste

la voce di un Ticino in continua crescita ed evoluzione

Renzo Galfetti

La “Grande” Chiasso e l’economia ticinese

Avvocato, partiamo da un tema importante. L’aggregazione del Basso Mendrisiotto. Favorevole o contrario e perché?

“Favorevole perché di fatto già c’è.
Chiasso con i Comuni confinanti già costituisce un agglomerato interdipendente. Le infrastrutture economiche, sociali, sportive e culturali di Chiasso, tutte di valenza regionale, sono proprie di una città non di 7.000 bensì almeno di 30.000 abitanti. Si tratta quindi solo di prenderne atto e di organizzarne la gestione in modo razionale, ossia con il minor impatto fiscale possibile sempre coinvolgendo in modo attivo tutti i comuni consorziati”.

Come sta oggi Chiasso e cosa ha bisogno per rinascere?
“Ha bisogno di essere considerata appunto quale agglomerato. E con un obiettivo ben preciso: un moltiplicatore d’imposta almeno al 70%. Sembra paradossale ma per incassare più imposte bisogna…diminuirle. Le attività economiche e finanziarie che hanno permesso in passato enormi investimenti, benessere e socialità avanzata sono molto diminuite proprio con l’aumento dell’onere fiscale. Questa è infatti l’attrattiva su cui puntare, il criterio spesso determinante per chi sceglie di svolgere la propria attività a Chiasso. Certo, Chiasso ha pure altri vantaggi: in un raggio di mezz’ora (quello di Lugano spesso è di oltre 1 ora!) è raggiungibile da 5 milioni di abitanti di una delle zone più ricche e produttive d’Europa ed offre servizi al terziario che solo la Svizzera possiede. E senza dimenticare che la gente di Chiasso (ops, dell’agglomerato) è simpatica e molto socievole”.

Quale, a suo avviso, lo stato di salute dell’economia ticinese? Che tipo di manovre sono necessarie?
“L’economia ticinese non va né troppo bene e nemmeno troppo male; credo che si aspetti però uno snellimento dello Stato sia per gli eccessi di burocrazia che di normative e di oneri fiscali. Cito quindi una sola “manovra”, sia con riferimento specifico che metaforico: implementare al più presto il famoso “decreto Morisoli”. La gente l’ha d’altronde ben capito”.

Il Ticino pecca nel dare sostegno e supporto agli imprenditori?
“No, seccamente. Siamo una società liberale dove gli interventi diretti dello Stato devono essere l’eccezione e non la regola. Uno Stato ben organizzato, senza sprechi e con una fiscalità attrattiva è la condizione ideale in cui un imprenditore si possa trovare. Accettando quindi senza remore di far partecipare lo Stato agli utili della sua attività ma non alle perdite…”.

Pubblicazione articolo: INFOpmi Basso Mendrisiotto – luglio 2022