interviste

la voce di un Ticino in continua crescita ed evoluzione

I verdi del Ticino

Samantha Bourgoin, Co-coordinatrice dei Verdi del Ticino
e granconsigliera.

La soddisfa il mercato del lavoro in Ticino? Si può fare di più? Come?

“Il Ticino dispone di un tessuto di piccole e medie imprese eccellenti, che vanno sostenute attivamente dallo Stato, in particolare nella digitalizzazione, nella transizione energetica, nella conciliabilità lavoro-famiglia e tramite una forte valorizzazione della formazione professionale”.

Cassa malati, problema o opportunità?

“Oggi con i salari che abbiamo in Ticino, il costo dei premi di cassa malati, più che premi sono vere e proprie mazzate. Nel corto termine l’unica possibilità di correre ai ripari è quella di allargare la platea dei beneficiari di sussidi di cassa malati al ceto medio. Sul lungo termine, occorrerà rivedere completamente il sistema di finanziamento e i costi del nostro sistema sanitario”.

Quale il punto di forza del vostro partito?

“Certamente il fatto che fin dai nostri esordi siamo in avanti sui tempi. Parlavamo di lotta al surriscaldamento del clima, quando gli altri partiti nemmeno sapevano cosa fosse. Ci siamo chinati sulle crescenti disparità, lanciando l’iniziativa sul salario minimo, quando altri gridavano alla catastrofe qualora fosse stata adottata. Non ci spaventa affrontare i problemi, perché di soluzioni intelligenti ce ne sono sempre. Se invece non li affrontiamo di petto, non facciamo che aggravarli”.

Affrontate le elezioni con un chiaro obiettivo?

“Attualmente siamo confrontati a tutta una serie di sfide epocali, sia in ambito ambientale, sia in quello sociale, economico e in particolare energetico. La politica del “business as usual”, applicata finora non basta, occorre una politica proattiva che sappia farci attraversare queste tempeste senza troppi danni. Ecco perché speriamo in un successo elettorale di tutta l’area progressista”.

Ecologia. Quali gli aspetti più importanti per voi?

“La sostituzione dell’economia dell’usa e getta con un’economia sostenibile e circolare, un’agricoltura possibilmente senza erbicidi e pesticidi, la protezione della biodiversità e più verde in città”.

Viabilità. Cosa occorre fare per un Ticino più scorrevole e fluido? Quali le criticità più importanti da risolvere?

“Noi Verdi vogliamo una pianificazione territoriale coordinata e ponderata, che risponda certamente ai bisogni di mobilità della nostra società, ma che permetta pure di preservare le poche zone verdi che ci sono nei nostri fondivalle e che garantisca nelle nostre città un’alta qualità di vita. Considerato l’attuale fortissimo impatto della mobilità, sia sul territorio, sia sulla salute dei cittadini, sia sul clima, occorre in particolare ripensare la pianificazione in funzione del trasporto pubblico e della mobilità lenta, perché non sarà certamente costruendo nuove strade e passare alle auto elettriche a risolvere il problema degli ingorghi stradali. Proponiamo quindi:

  1. Un forte potenziamento del trasporto pubblico con tanto di corsie preferenziali per renderlo più fluido;
  2. Nessun aumento della capacità di autostrade, al massimo il completamento di alcune tratte non ancora completate, come il collegamento fra Locarno e la A2;
  3. Diminuzione dei parcheggi nelle zone urbane, in compenso un forte aumento dei posteggi park & ride alle uscite delle autostrade;
  4. Il potenziamento delle vie ciclabili e pedonali”.

Territorialità. Notate un aumento o una flessione di giovani appassionati alla politica? Nel caso, cosa bisognerebbe fare per avvicinarli?

“Il nostro movimento giovanile è composto da giovani estremamente motivati e decisi a contribuire a modellare la società di domani. Infatti quasi il 30% delle candidate e dei candidati della nostra lista per il Gran Consiglio proviene dai Giovani Verdi, una di loro, Nara Valsangiacomo, è pure candidata sulla lista per il Consiglio di Stato”.

Finanze. Quali le manovre più urgenti che, secondo voi, dovrebbe attuare il Cantone?

“È normale che quando c’è crisi, lo Stato s’indebiti per sostenere e rilanciare l’economia. In un Paese “normale” i debiti si rimborsano poi negli anni di vacche grasse. Se si rimborsano quando la crisi è ancora in corso, non si fa che aggravarla”.

Pubblicazione articolo: INFOelezioni – marzo 2023