interviste

la voce di un Ticino in continua crescita ed evoluzione

Samuele Vorpe

Responsabile del centro tributario della SUPSI

Come investire 60 milioni di franchi nella fiscalità

Dal 2024 il coefficiente cantonale d’imposta potrebbe essere, su decisione del Gran Consiglio, ridotto dal 97% al 96%. In mancanza di una tale decisione, esso tornerà invece al 100%. Ci potrebbero, pertanto, essere a disposizione circa 60 milioni di franchi da investire nella fiscalità, se si considera che circa un punto percentuale di coefficiente cantonale d’imposta ha un costo di 15 milioni di franchi. 

Questo importo dovrà essere investito laddove il Ticino ne ha più bisogno. In primo luogo, sarebbe opportuno destinare 30 milioni di franchi all’allineamento del nostro Cantone alla media intercantonale per quanto riguarda il prelievo fiscale applicato agli alti redditi. Attualmente, per i contribuenti “facoltosi”, il Ticino si posiziona al 23esimo posto. Una riduzione dell’aliquota d’imposta cantonale massima dal 15% all’11% lo posizionerebbe a metà classifica e lo renderebbe sicuramente più interessante come meta fiscale per manager e contribuenti facoltosi. Su questa tema sono pendenti delle iniziative parlamentari dell’UDC e del PLRT. Resterebbero poi altri 30 milioni da investire. Una parte di questi potrebbe essere destinata all’abbassamento dell’imposizione dei capitali previdenziali. Anche in questo caso, il Ticino si ritrova negli ultimi posti nella graduatoria intercantonale quando i prelievi in capitale superano il mezzo milione di franchi. Una soluzione potrebbe essere quella di riprendere nella nostra legislazione il metodo usato ai fini dell’imposta federale diretta che prevede una riduzione di 4/5 dell’aliquota applicabile. Negli anni passati si discuteva, inoltre, di una revisione delle imposte di successione e di donazione. Vi sono diversi atti parlamentari meritevoli di essere esaminati: penso a quello sull’abolizione dell’imposta di successione e di donazione per coloro che vivono in regime di concubinato da almeno 5-10 anni, al fine di parificarli ai coniugi (cfr. iniziativa parlamentare di Matteo Quadranti del 2016, tuttora inevasa), così come quello con il quale si vuole facilitare la trasmissione del patrimonio delle imprese di famiglia, quando al loro comando vengono nominate persone che non sono considerate esenti dall’imposta, cioè qualsiasi persona diversa dai figli o dal coniuge, come ad esempio cugini o nipoti (cfr. iniziativa parlamentare di Cristina Maderni e Alessandro Speziali del 2021). 

Per quanto attiene, invece, alle persone giuridiche, l’adozione integrale del computo dell’imposta sull’utile nell’imposta sul capitale, in luogo di quello parziale attualmente in vigore, permetterebbe alle imprese di evitare il pagamento dell’imposta sul capitale quando questa è inferiore all’imposta sull’utile. Del resto, già molti Cantoni conoscono questo strumento previsto dalla legge sull’armonizzazione. 

La concorrenza fiscale intercantonale, ammessa dalla Costituzione federale, è una realtà di cui bisogna tenere conto nel nostro Stato federale: anche il Ticino non può ignorare questa situazione. A mio avviso, se si riuscissero ad implementare queste misure nel 2024, il nostro Cantone potrebbe migliorare decisamente la sua attuale situazione nel contesto intercantonale, risalendo dalle ultime posizioni che ormai occupa da troppo tempo.

Pubblicazione articolo: INFO pmi Gold Edition – dicembre 2021